Counseling


Il termine “counseling” (alla francese)  anche presente nella variante con la doppia “l” (alla inglese) ha le sue radici nel verbo “to counsel” che significa appunto “consigliare”.

Tuttavia ben più specifici sono i contenuti che questa parola trasmette, a partire dalla idea di “parità di ruoli” tra consigliere e consigliato di cui spesso anche noi professionisti sanitari ci dimentichiamo.

Il counselor è una persona che ha per prima cosa la capacità di porsi in ascolto di chi ha di fronte, di cogliere le necessità e le difficoltà dell’interlocutore, non solo espresse a parole, ma spesso anche veicolate  dal linguaggio non verbale o magari esternate in contesti particolari della quotidianità.

Solo dopo una fase dell’ascolto attivo è infatti possibile iniziare a strutturare un efficace intervento di sostegno a chi lo richieda: da qui nasce la necessità, per chi svolge una professione di relazione, di avvalersi di professionisti che abbiano elevate capacità comunicative ed un’ottima preparazione teorico-pratica sui contenuti oggetto della consulenza stessa.

Ecco quindi che dalla semplice idea della persona che “sa consigliare” si approda al concetto più complesso di chi “sa prendersi cura” dell’altro a partire dai primi minuti di una qualsiasi conversazione, instaurando un legame basato sulla fiducia che potenzierà qualsiasi azione terapeutica futura.